16 Giugno 2020
Riso: “Ora più che mai valorizzare il Made in Italy”. Il settore alimentare si dimostra sempre più strategico.

“E’ già cambiata la situazione per il mercato del riso italiano rispetto al periodo del lockdown dove avevamo visto una corsa agli acquisti. Ora stiamo notando, purtroppo, anche un aumento delle importazioni dall’estero, alla luce delle quali è sempre più importante valorizzare e tutelare il nostro riso, anche attraverso l’etichettatura d’origine che auspichiamo venga poi confermata a livello europeo. Ricordiamo l’importanza della risicoltura per il nostro territorio: il Piemonte, infatti, è la prima regione in Europa per produzione con 8 milioni di quintali, circa 1900 aziende per un totale di 117 mila ettari, di cui la maggior parte è nelle nostre province”.

Così Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo, commenta gli sconvolgimenti nel mercato del riso: se a livello globale i prezzi negli ultimi mesi sono saliti, ora la preoccupazione torna ad essere la concorrenza di quei Paesi, specialmente del sud est asiatico, che possono esportare con un vantaggio sui dazi nonostante, come spesso denunciato da Coldiretti, le loro produzioni non guardino né alla qualità né al rispetto degli ecosistemi né dei lavoratori.

A livello europeo, l’Italia è il principale produttore di riso con circa la metà dell’intero raccolto comunitario con le coltivazioni che si estendono su un’area di 220mila ettari e 4mila aziende agricole che raccolgono 1,40 milioni di tonnellate di riso all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione Ue, con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.

“Il nostro Paese può ancora contare su una agricoltura che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese, qualità e valore aggiunto grazie ai primati produttivi, tra cui spiccano, per il Piemonte, il riso, il vino, i prodotti ortofrutticoli, i salumi ed i formaggi. Per questo è fondamentale la valorizzazione del Made in Italy e anche del Made in Piemonte, attraverso azioni ad hoc che, ancor più in questa fase, possano far emergere una maggiore consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo. Occorre, dunque, salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto dopo la dimostrazione di questi mesi in cui, con l’emergenza Covid -19, questo settore ha dimostrato tutta la sua strategicità”, conclude Dellarole.

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