Venerdì scorso, a Torino, era presente anche una nutrita delegazione da Borgo d’Ale, Cigliano e Moncrivello per chiedere l’adozione di misure urgenti per la frutticoltura e, in particolare, per il settore delle pesche e nettarine.
“Ora salutiamo con favore il primo, importante risultato, rappresentato dalla lettera che il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha indirizzato al Commissario europeo all’Agricoltura e allo sviluppo rurale, Dacian Cioloş”.
Una missiva in cui – sottolineano il presidente e il direttore della Coldiretti interprovinciale, Paolo Dellarole e Marco Chiesa – viene chiesto che si “valuti, con estrema urgenza, la possibilità di attivare adeguate misure, eccezionali e transitorie” per fronteggiare la crisi del mercato italiano delle pesche e nettarine, “un segmento strategico, in particolare per l’areale occidentale del comprensorio vercellese”.
“Come ha richiamato anche il nostro presidente nazionale Roberto Moncalvo, si tratta di una prima positiva risposta alla nostra mobilitazione che porterà migliaia di agricoltori nelle piazze e nelle spiagge per sostenere la frutta e verdura Made in Italy il cui consumo quest’anno è al di sotto del livello minimo raccomandato dal Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità in un Paese come l’Italia che è leader europeo nella produzione ma i prezzi pagati agli agricoltori sono scesi su livelli incompatibili addirittura con i costi di raccolta, per effetto della spirale recessiva tra deflazione e consumi che mette a rischio le imprese e la salute consumatori”.
Il settore vive due grandi problematiche: innanzi tutto la stagione metereologica che ha concentrato la maturazione delle pesche nello stesso periodo in tutta Europa per cui si genera un eccesso di offerta del prodotto del 10% rispetto ai consumi. Il clima bizzarro spesso freddo e piovoso ha inoltre rallentato i consumi.
Il secondo problema è legato al fatto che la filiera della frutta è totalmente da riorganizzare in quanto tarata su un sistema commerciale superato. Per fare questo c’è bisogno di un ruolo attivo delle Organizzazioni di Produttori e di una trasparenza di rapporti con la grande distribuzione organizzata attraverso la quale passa il 70% dei consumi.
Nell’ambito della mobilitazione di venerdì scorso a Torino, 10.000 Kg di pesche sono partiti da piazza San Carlo per raggiungere i centri della solidarietà piemontesi nella prima giornata di mobilitazione dei frutticoltori italiani che evidenziano i bassi prezzi riconosciuti al proprio prodotto: così bassi che non coprono neppure i quaranta centesimi dei costi di produzione da loro sostenuti.
Destinatari della consegna sono stati il Banco Alimentare, il Gruppo Abele, Casa OZ, Comunità Cottolengo Torino, la Mensa dei poveri del concento di Sant’Antonio da Padova, Associazione Punto e a capo, il Sermig e Casa U.G.I.