4 Luglio 2020
Ok a etichettatura d’origine per valorizzare i salumi Made in Piemonte.

Buone nuove per le battaglie sull’etichettatura d’origine. La Commissione Europea non ha esercitato nessuna opposizione allo schema di decreto nazionale interministeriale che introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate presentato dai Ministeri delle Politiche Agricole, Sviluppo Economico e Salute.

“Un grande passo in avanti verso l’etichettatura d’origine per i salumi italiani e Made in Piemonte”, commenta Roberto Mercandino, vicepresidente di Coldiretti Vercelli-Biella, allevatore, che spiega: “è scaduto il termine di stand still, cioè il periodo di 90 giorni per il quale avrebbero potuto essere portate avanti eventuali opposizioni. Ora sarà possibile dare una ‘carta d’identità’ a salami, mortadella, prosciutti e culatello Made in Italy, un’etichettatura più precisa che darà la possibilità di smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana”. Un elemento di trasparenza richiesto dal 93% dei cittadini italiani, che ritiene importante conoscere l’origine degli alimenti, secondo l’indagine on line del Ministero delle Politiche agricole.

Nel 2019 sono state circa 56 milioni le cosce di suini importate in Italia dall’estero, più di 1 milione di cosce alla settimana, utilizzate per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy.
“Questo è sicuramente un passo avanti molto importante per il Piemonte dove la filiera suinicola conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale”, commenta Mercandino. “In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza, con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy. L’Italia ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa, anche sfruttando le opportunità offerte dalla storica apertura dell’Ue all’obbligo dell’origine con l’indicazione dello Stato membro con la nuova Strategia Farm to Fork nell’ambito del Green New Deal”.

Il decreto sui salumi, che dovrà essere presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale per essere operativo, prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a:

  • Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali);
  • Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali);
  • Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali).

Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI

Cibi con l’indicazione origine Cibi senza indicazione d’origine
Salumi (*) Carne di coniglio
Carne di pollo e derivati Carne trasformata
Carne bovina Marmellate, succhi di frutta
Frutta e verdura fresche Fagioli, lenticchie, piselli in scatola
Uova Pane
Miele Insalate in busta (IV° gamma)
Extravergine di oliva Frutta e verdura essiccata
Pesce
Derivati del pomodoro e sughi pronti
Latte/Formaggi
Pasta
Riso
Tartufi e Funghi spontanei

 

(*) in attesa della pubblicazione del decreto

Fonte: Elaborazioni Coldiretti

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