5 Dicembre 2013
MOBILITAZIONE

È proseguita anche oggi, 5 dicembre, la mobilitazione al Brennero che, dopo il successo dei presidi di ieri, ha visto ancora la presenza degli imprenditori agricoli saliti in massa dalle province di Vercelli e Biella insieme al presidente Paolo Dellarole e al direttore Marco Chiesa.
Un'altissima percentuale dei 170 tir, camion e container fermati e controllati al presidio di agricoltori ed allevatori al valico del Brennero trasportava prodotti alimentari stranieri destinati ad essere venduti come Made in Italy. Intanto “La battaglia di Natale: scegli l’Italia” si è estesa dal Brennero a Roma in Piazza Montecitorio per difendere l’economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane.
“Tutti noi abbiamo potuto verificare quanto sia grave il problema della mancanza di trasparenza sull’origine degli alimenti che ogni giorno entrano in Italia per raggiungere, poi, le nostre tavole. Ciò penalizza le nostre produzioni al 100% prodotte sul territorio italiano e delle nostre province” affermano Dellarole e Chiesa, che apprezzano sostegno delle Istituzioni alla battaglia della Coldiretti per avere al più presto l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di prodotti agroalimentari. “E ciò sarebbe auspicabile anche per il riso, il cui massiccio ingresso dall’estero sta provocando contraccolpi e incertezze di mercato, con una costante diminuzione, di anno in anno, delle superfici coltivate a risaia”.
Ma torniamo al Brennero: è stato sconvolgente trovare, proprio questa mattina spaghetti cinesi in un camion ceco diretto a Firenze, tipico esempio di triangolazione Cina-Paese dell’Est europeo-Italia, ma è impressionante constatare la quantità di latte proveniente da Germania e Polonia e destinato a aziende private e a cooperative italiane per diventare latte a lunga conservazione e formaggi “italiani””. Mozzarelle provenienti dalla Germania e destinate alla Sicilia, latte proveniente dalla Polonia e destinato alla Lombardia, cagliate industriali per fare il formaggio provenienti dal Belgio e destinate a Verona, prosciutti provenienti dalla Germania e destinati a Modena. La necessità di difendere la vera italianità degli allevatori del comparto suinicolo, è stata ben evidenziata ieri a Reggio Emilia, dove in contemporanea ai presidi del Brennero si è tenuta un'importante manifestazione cui era presente anche una delegazione di imprenditori agricoli e sindaci del territorio vercellese e biellese, culminata nel corteo che ha percorso le vie cittadine sino a piazza San Prospero: e oggi stesso la protesta è proseguita anche a Roma, davanti a Montecitorio. Va ribadito che ben due prosciutti su tre provengono dall’estero ma sono “spacciati” come made in Italy.
Tra i tanti prodotti trasportati dai Tir che entravano nel nostro Paese i carabinieri dei Nas hanno prelevato dei campioni di prosciutti non timbrati sui quali fare delle analisi.  L'inventario del "falso Made in Italy" stilato al presidio  dalla Coldiretti per difendere l'economia  e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che dopo aver oltrepassato le nostre frontiere vengono spacciate per italiane, conta anche piante olandesi dirette a Latina, fiori prodotti in Ecuador, transitati in Olanda e diretti in Veneto e in Toscana, patate tedesche destinate a un mercato ortofrutticolo della Sicilia. Ma non mancano – conclude la Coldiretti - il pane precotto congelato con destinazione Bolzano e Mantova dove andrà a “spiazzare” i pani artigianali italiani che sono spesso simbolo di identità territoriale e gli albumi d’uovo provenienti dall’Olanda con destinazione Veneto.

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