15 Novembre 2012
L’invasione dei cinghiali non è più sostenibile

Le imprese agricole di Vercelli e Biella rivendicano il diritto “a poter lavorare e ad essere tutelate contro un flagello, quello dei cinghiali, che imperversa sulle colture di ampie aree, tra boschi colline e montagna”.
Quello della fauna selvatica è un problema che si protrae da tempo e che fa perdere il sonno agli agricoltori, spesso nel vero senso della parola: a nulla, però sono serviti gli appostamenti notturni per tentare – quantomeno – di spaventare gli animali ed impedire l’invasione dei campi, protrattasi per l’intera bella stagione.

“I danni più ingenti li abbiamo contati al momento dei raccolti – dicono il presidente e il direttore di Coldiretti Vercelli-Biella, Paolo Dellarole e Domenico Pautassoe, ancora una volta, hanno determinato i disagi più gravi nei campi coltivati a mais e nei prati destinati alla fienagione”.
Il tardivo o mancato ristorno dei danni da parte della Regione aggiunge la beffa al danno, tanto da indurre la Coldiretti a scrivere ai Prefetti di Vercelli e Biella, Salvatore Malfi e Demetrio Messineo, in difesa di tutte le imprese danneggiate sul territorio: “Una situazione divenuta funestamente insostenibile e paradossale” scrive l’organizzazione agricola sottolineando come “le imprese subiscono passivamente, le Atc (Ambiti Territoriali Caccia) non hanno i fondi per risarcire i danni o i mezzi per prevenirli”.
Ciò che chiede Coldiretti ai due Prefetti è un “autorevole intervento al fine di convocare un tavolo permanente degli Enti/Istituzioni, delegati a garantire il controllo degli animali selvatici in oggetto”.
Nella Bassa vercellese, il contenimento degli ungulati è divenuto insufficiente e, nel contempo, “gli stessi Atc sono obbligati a periziare i danni causati dalle specie selvatiche, senza però garantire il risarcimento alle imprese danneggiate, a causa del mancato trasferimento delle risorse economiche necessarie da parte della Regione Piemonte”.
I danni più ingenti, sempre per quanto riguarda la provincia di Vercelli, si rilevano nell’area situata nella zona del Parco fluviale del Po e dell’Orba di Crescentino.
Per quanto riguarda il Biellese, invece, al già grave problema dei cinghiali, si unisce quello dei corvidi, il cui contenimento è parimenti complesso.

“Il ristorno dei danni è dovuto ma non risolve la questione” commentano Dellarole e Pautasso: “le nostre imprese  rivendicano il giusto diritto di operare con tranquillità e di raccogliere quanto seminato. Inoltre il problema rischia di diventare anche di sicurezza per i cittadini, nel caso – come purtroppo già accaduto – di incidenti stradali provocati proprio dai cinghiali”.

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