30 Ottobre 2013
HALLOWEEN

“Quest’anno la produzione di zucche made in Italy  è lievemente superiore a quella dello scorso anno, mentre i prezzi sono sostanzialmente stabili: il consumo registrato è leggermente inferiore a quello del 2012, ma hanno fatto eccezione i Mercati di Campagna Amica che, a Vercelli e Biella, hanno registrato il tutto esaurito anche nei giorni scorsi”.
Lo sottolineano il presidente e il direttore di Coldiretti Vercelli Biella, Paolo Dellarole e Marco Chiesa: “Le zucche si intagliano, certo, ma, allo stesso tempo, si consumano a tavola in prelibate preparazioni: Halloween in tempo di crisi è all’insegna del recupero in cucina delle tradizionali zucche per preparare gustose ricette: si stima che quest’anno saranno 13 milioni le persone che, in tutta Italia, festeggeranno la ricorrenza di Halloween per una spesa complessiva tra maschere, dolcetti e decorazioni pari a circa 250 milioni”.
           
C’è dunque una leggera flessione rispetto al passato, segno che la crisi, in ogni caso, si avverte. L’aspetto positivo – precisa la Coldiretti – risiede nel fatto che, a tradizione rispettata, le zucche finiscono in massima parte in padella per alimentare una gastronomia che ha nel periodo autunno-invernale la sua massima espressione.
In Italia quasi un chilo di zucca a testa viene consumato per preparare gustosi banchetti, piuttosto che per le decorazioni, anche se negli anni un numero crescente di cittadini e consumatori si è cimentato nell’intagliare le zucche creando decorazioni fai-da-te.

Una festa (detta anticamente di Samhain) che celebravano anche i Celti che abitavano le nostre terre in tempi remoti: scadenza che segue il ciclo agricolo e che, con la fine dei raccolti e il ritorno delle ultime greggi dall’alpeggio, marcava l’inizio della “buia” stagione invernale.
I prodotti della terra, di più o meno antica introduzione, tornano così protagonisti di ricette e serate a tema, lasciando sì spazio alla tradizione, ma anche alla fantasia.
Qualche esempio? La minestra di cereali, latte e castagne, i piatti di carne accompagnati dalla birra, i funghi, i formaggi e il miele.
Sottolinea ancora il direttore Chiesa: “E’ importante riscoprire e valorizzare produzioni dimenticate, eppure ben presenti due-tre millenni or sono nelle nostre terre: come la birra appena citata, che ha preceduto l’insediamento della vite, o il sidro, prodotto a livello familiare fino a tempi recenti e noto anche come “vino di mele”.

E poi ci sono le zucche, queste sì introdotte proprio dall’America dopo la scoperta di Colombo nelle tipologie oggi conosciute e diffuse.
L'ortaggio più grande del mondo rappresenta da tempo in Italia una realtà produttiva e gastronomica fortemente radicata sul territorio. Le specialità alimentari con la zucca o con la sua farina sono svariate, tra le tante l'utilizzazione più "nobile" è quella dei celebri tortelli di zucca (nelle diverse versioni, con mostarda, marmellata, amaretti o mandorle) per i quali è necessaria una zucca dolce, compatta, non granulosa ed un po' farinosa.
Ma gettonatissimi sono il risotto alla zucca (un tocco di raffinatezza? Unite verso fine cottura la toma o un buon formaggio delle nostre terre alte…), gli gnocchi e il pane di zucca, i tortelli di zucca, la zucca fritta, al forno o ridotta in purè, la crostata di zucca, ecc.
L'agricoltura nazionale offre in media una produzione nazionale di circa 60 milioni di chili di zucche: si tratta per la quasi totalità di prodotti destinati al consumo alimentare anche se non manca la coltivazione di varietà di zucche a scopi ornamentali o da “competizione” con esemplari che possono arrivare anche a 400 chili.
Oltre ad essere prelibate, le zucche hanno anche importanti proprietà terapeutiche dovute alla sua ricchezza di vitamina A, sali minerali (soprattutto potassio, calcio e fosforo) e fibre.

La zucca - sottolinea la Coldiretti - è uno dei prodotti più versatili della cucina italiana e può essere utilizzata sia per le preparazioni salate che per quelle dolci, ma anche abbinata a pasta, carne, formaggi e torte.
Le specialità alimentari a base di zucca infatti sono tantissime.
Dai tortelli preparati scegliendo una zucca dolce, compatta e un po' farinosa da unire ad ingredienti speciali come mostarda, amaretti e cioccolata fondente al risotto ormai apprezzato da nord a sud del paese alla zucca fritta o al forno, dalla crostata alla torta di zucca senza dimenticare, infine, come leccornia, i suoi semi tostati e salati.

COME INTAGLIARE LA ZUCCA
Per intagliare un’autentica zucca di Halloween invece occorre innanzitutto scegliere una bella zucca dal peso compreso tra i cinque e i dieci chili, rotonda e senza imperfezioni perché, più liscia è la superficie, più facile è intagliarla.
Con uno scalpello a forma di V poi bisogna tracciare le linee sul volto della zucca e con un coltello da cucina ben affilato e non troppo flessibile occorre scavare per intagliare i tratti del "volto" in modo da ricavare dei fori da dove fuoriesca la luce. Per inserire al suo interno una candela accesa è sufficiente scavare un buco sul fondo della zucca per ricavare una via d'entrata senza rovinare "l'opera d'arte".
Per chi volesse conservare a lungo il ricordo della magica notte delle streghe - continua la Coldiretti - deve una volta alla settimana passare sulla parte esterna un po' di olio vegetale con un panno morbido e lasciarla in un luogo fresco e asciutto. Successivamente ogni 4-5 giorni immergerla in acqua fresca.
In caso di aria particolarmente secca, in casa, di notte è consigliabile coprire la zucca con un panno umido.

Ancora nei giorni scorsi, le “zucche a chilometro zero” hanno dominato la scena agli Agrimercati di Vercelli, Biella e Borgo d’Ale: Halloween – conclude la Coldiretti interprovinciale - è una festa che, se vissuta nel modo giusto, può essere di stimolo ai nostri giovani per riscoprire piatti di tradizione e, perché no, un po’ di storia.
Le zucche portiamole innanzitutto a tavola e utilizziamole per preparare ricette in grado di trasmettere ai nostri giovani la memoria gastronomica del territorio, senza eccedere in “americanate” che nulla hanno a che vedere con la nostra consuetudine e le origini rurali di una ben più antica ricorrenza”.

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