6 Marzo 2013
FLOROVIVAISMO

Valorizzare la “carta d’identità” delle piante e fiori biellesi per dare una risposta alla congiuntura e alle sue ripercussioni sul comparto florovivaistico: è la Coldiretti interprovinciale di Vercelli e Biella a rilanciare sulla “tracciabilità di filiera” del comparto florovivaistico locale.
La coltivazione di piante e fiori rappresenta un segmento importante per l’agricoltura della provincia laniera, ma il comparto è alle prese con i ben noti problemi dettati dalla congiuntura: “La crisi non risparmia il comparto florovivaistico, alle prese con i continui rincari dei costi di produzione (gasolio in primis) e con la concorrenza dei paesi esteri” puntualizza il presidente della Coldiretti interprovinciale Paolo Dellarole.
 
Eppure il “made in Biella” ha grandi potenzialità anche quando si parla di fiori: ne si è avuta conferma in occasione di San Valentino, quando in molti si sono recati i vivai della provincia laniera per acquistare rose ed altri fiori da regalare alla persona amata. E sono proprio le rose, oltre alle conifere, agli aceri e alle piante da frutto il “biglietto da visita” del florovivaismo biellese.
“L’omaggio floreale ha resistito e ha saputo diversificarsi” aggiunge il direttore della Coldiretti interprovinciale Domenico Pautasso. “In molti, infatti, hanno visitato i nostri vivai, scegliendo fiori a “chilometro zero” ed acquistando – oltre alle tradizionali rose – anche le primule, le bulbose e le azalee: le mimose che dopodomani domineranno l’8 marzo, invece, provengono per lo più dalla vicina Liguria, dove quest’anno hanno sofferto un calo produttivo del 30%”
 
Non secondario è l’aspetto della rintracciabilità di filiera: i fiori biellesi a “chilometri zero” sono coltivati nel rispetto delle norme ambientali e sociali mentre quelli importati devono spesso percorrere migliaia di chilometri con mezzi inquinanti ma sono stati anche denunciati ripetuti casi di sfruttamento del lavoro e di uso di pesticidi pericolosi.
Più in generale, va sottolineato come l’Italia sia all’avanguardia nella coltivazione di fiori e piante a livello internazionale e comunitario dove il Tricolore è al posto d'onore dopo l'Olanda che spesso è però solo il crocevia di triangolazioni commerciali, come accade per le produzioni di paesi extracomunitari come Thailandia, Brasile, Perù o, per le rose, Kenya.

“Peraltro i nostri fiori – conclude il presidente Dellarole - sono senza dubbio i più profumati, non solo perché non devono affrontare lunghi tempi di viaggio che fanno arrivare quelli stranieri meno freschi alla meta, ma anche perché molti produttori nazionali sono impegnati a selezionare varietà che presentano aromi più intensi e caratteristici. In provincia di Biella Coldiretti associa un’ottantina imprese florovivaistiche, che danno occupazione ad oltre 500 addetti e che insistono su superficie coltivata di oltre 300 ettari: un patrimonio di qualità da difendere e valorizzare come risorsa strategica per il territorio”.

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