27 Marzo 2012
Da Clini danni al Made in Italy

Le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini al Corriere della Sera a favore degli Ogm sono l’ultimo caso di sottovalutazione e disattenzione nei confronti del valore del Made in Italy.
A differenza di quello che dichiara il Ministro “tecnico”, l’ingegneria genetica e la transgenesi non centrano niente con il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano, la cipolla Rossa di Tropea e la vite nero d’Avola, che subiranno gravi danni economici sul mercato dalle dichiarazioni superficiali ed inopportune del Ministro.
Bisogna conoscere la differenza tra gli incroci e gli ibridi rispetto all’ingegneria genetica. Il riso Carnaroli Ogm sarebbe una “innovazione” che rischierebbe di depotenziare il Made in Italy come leva strategica di crescita del nostro territorio, proprio in uno dei suoi migliori tratti distintivi. “Il riso Carnaroli - sostiene il direttore della Coldiretti di Vercelli e Biella, Domenico Pautasso - ha un primato nel mondo per valore aggiunto e per denominazione di origine, e non abbiamo proprio bisogno di copiare nessun altro modello molto meno sostenibile ed avanzato del nostro”.
Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy. Ed è proprio per difendere le nostre produzioni che Coldiretti ha proposto che, nel disegno di legge sulla commercializzazione interna, venga introdotta una etichettatura trasparente che indichi l’origine del prodotto e la varietà di riso utilizzata.
Infine, per quanto riguarda le coltivazioni ogm a scopi energetici, in un Paese come l’Italia, per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende, non sarebbe possibile evitare le contaminazioni ambientali e sarebbe violata la sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da Ogm.
La ricerca è importante ma deve avere obiettivi sostenibili, condivisibili e utili per il benessere della società e non quando serve a fare arricchire poche multinazionali.

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