30 Ottobre 2020
Chiusura alle 18 pesa su agriturismi e su agroalimentare dei nostri territori.

Dopo un anno difficile la chiusura anticipata alle 18 penalizza l’agroalimentare dei nostri territori e ancora una volta le strutture agrituristiche piemontesi, nonostante spesso siano situate in zone rurali isolate, abbiano un numero contenuto di posti letto, un numero ridotto di coperti e ampi spazi all'aperto. “I nuovi limiti di orario nella ristorazione fanno perdere, a livello nazionale, quel 63% di italiani che almeno una volta al mese mangiano la sera fuori casa, con un drammatico impatto sull'intera filiera agroalimentare, dai campi alle tavole, con una perdita di fatturato di oltre un miliardo. I prodotti delle nostre province sono di grande qualità e molti, come ad esempio i vini, ma pensiamo anche ai formaggi, ai cereali e alle eccellenze del territorio, sono particolarmente apprezzati e richiesti dal mondo della ristorazione che, dovendosi nuovamente fermare, genera un effetto negativo su tutta la filiera”, spiega Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli-Biella.

Un problema doppio per gli agriturismi, ricorda Alessandro Remus, vicepresidente interprovinciale Terranostra di Vercelli e Biella: “Ripetiamo dall’inizio di questa crisi sanitaria che gli agriturismi sono luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza e il distanziamento. Dopo il lockdown, le nostre strutture si sono ulteriormente attrezzate per riaprire in totale sicurezza. Per molte, la possibilità di lavorare solo lungo la giornata rende molto difficile garantire la copertura dei costi, tenuto conto anche della mancanza di turisti e della diffusione dello smart working, che ha diminuito anche il numero di clienti a pranzo. In più di recente si sono aggiunte le disdette per le cerimonie che erano previste ma che sono state cancellate o per le quali saremo costretti a ridurre il numero di commensali”.

Il presidente di Coldiretti Vercelli e Biella lancia quindi un appello perché le limitazioni alle attività di impresa vadano di pari passo ad un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera: “servono misure come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione, protratta anche per le prossime scadenze, interventi rapidi, a fondo perduto per gli agriturismi e incentivi ad acquistare prodotti Made in Italy e locali. Chiediamo poi ai consumatori di aiutare con atti concreti i produttori italiani e delle nostre province privilegiandoli negli acquisti, ricordando che in tutti questi mesi hanno fatto il massimo degli sforzi non solo per approvvigionare mercati e supermercati, ma anche per portare i prodotti a domicilio, evitando lunghe file ed aiutando le persone a restare a casa”.

“Non ci siamo fermati durante il lockdown e non lo facciamo ora: molti agriturismi rimangono aperti a mezzogiorno per le pause pranzo e, in sicurezza e nel rispetto delle norme, sono diversi quelli che stanno organizzandosi con menù a tema e proposte per sfruttare al meglio i tempi e gli spazi che si possono ancora utilizzare, non solo per il ‘pranzo della domenica’, ma anche negli altri giorni della settimana. Un pranzo in agriturismo, nel verde, con le giornate che sono ancora soleggiate, può essere un momento di serenità per una famiglia: in sicurezza, tra persone che già vivono assieme, per aiutare gli agriturismi a continuare a lavorare ma anche per mantenere il più possibile una ‘normalità’ in questi mesi difficili, magari portando anche i ragazzi che hanno davanti un anno scolastico tutto in salita”, spiega il vicepresidente di Terranostra di Vercelli e Biella Remus.

Gli agriturismi delle nostre province si trovano sul sito di Campagna Amica: https://www.campagnamica.it/la-nostra-rete/gli-agriturismi/

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi