17 Settembre 2013
CACCIA e SELVATICI

La sospensione del calendario venatorio in Piemonte tocca direttamente le due province di Vercelli-Biella, suscitando “vivo timore” da parte di Coldiretti, “particolarmente per la possibilità di un aggravio delle problematiche connesse all’invasione di cinghiali, caprioli ed altri selvatici nei campi e nei vigneti delle nostre province”.
La sospensione del calendario venatorio in seguito ad una decisione del Tar, per il presidente di Coldiretti Vercelli Biella Paolo Dellarole aggiunge difficoltà ulteriori in una realtà così fortemente colpita dall’esponenziale aumento dei danni all’agricoltura e all’ambiente ed agli incidenti stradali causati dalla selvaggina. Beninteso, gli imprenditori agricoli sono i primi difensori della natura e degli ecosistemi: ma quando siamo di fronte a specie invasive e senza antagonisti naturali, il vero amore per il nostro ambiente non può prescindere dal buonsenso e da opportune misure di contenimento e controllo”.
I fatti, innanzitutto. Il Tar del Piemonte, con una decisione resa nota nei giorni scorsi, ha recepito tutti i rilevi posti dalle associazioni LAC Lega per l’abolizione della caccia e Pro Natura e, conseguentemente, ha sospeso il calendario di caccia relativo alla stagione 2013-2014 e tutti gli atti connessi, tra cui quelli inerenti la caccia di selezione agli ungulati, la caccia della fauna alpina, ecc.  
                                                                       
“Come ribadito dai nostri vertici regionali – precisa Dellarole - prendiamo atto della decisone del Tar del Piemonte di sospendere il calendario venatorio regionale e chiediamo alla Giunta Regionale Piemontese di provvedere già nel corso della prossima seduta a recepire i rilievi del Tar Piemonte e ad adottare gli atti amministrativi utili a accogliere le istanze evidenziate”.
“Le nostre imprese – aggiunge il direttore Marco Chiesa - si rendono perfettamente conto che non è solo la normale attività venatoria che può risolvere una problematica così grave ed anche per questo, in questi anni, abbiamo sollecitato più volte tutti gli Enti preposti, per interventi straordinari urgenti anche con catture di rispetto ambientale e proponendo le sterilizzazioni, ma è ovvio che il non esercizio della caccia vada a gravare tale situazione”.
Coldiretti Piemonte ricorda, a tal fine che la Regione è notevolmente in ritardo nel versamento dei fondi utili al pagamento dei danni agricoli, così come sono ormai tre anni che non vengono più indennizzate le persone e gli automezzi coinvolti negli incidenti stradali con selvatici, cinghiali in particolar modo.
Un problema che, com’è noto, assume carattere di particolare recrudescenza nel comprensorio delle due province di Vercelli e Biella: “Le invasioni di cinghiali ed animali selvatici sono ripetute: costringono gli imprenditori agricoli a continue risemine e devastano i raccolti, nei campi di mais, come nei prati a fieno, come in vigna: inoltre, lo ripeto, questi animali rappresentano un rischio per gli automobilisti che percorrono le strade del territorio”.
Coldiretti ricorda infine che il Piemonte è senza una legge regionale che disciplini l’attività venatoria da oltre un anno: “Una legge indispensabile per il rispetto dell’equilibrio ambientale che non può continuare ad essere ignorato – concludono Dellarole e Chiesa - così come è necessario che vengano attuati sul territorio seri interventi di prevenzione per i danni.

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